GLI AMORI DELLA SUA VITA

OMAGGIO A BUTTERFLY3000  (SILVIA TOMASSINI) CHE CON QUESTO RACCONTO HA VINTO IL 3°PREMIO DEL CONCORSO LETTERARIO SENSO – COMPLIMENTI AMICA MIA….sei speciale….

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Era lui, era bello.
Il suo corpo si stendeva nero e lucente sulle lenzuola bianche, un gioiello, un piccolo gioiello della notte.
Ricordando gli inizi del loro rapporto, lei pensò che erano stati i suoi occhi a farla innamorare, quello sguardo magico e ipnotico, di un verde intenso, diverso da ogni altro.
Amava osservarlo nel silenzio del sonno, quando lui le tornava accanto, dopo una giornata di lunghi vagabondaggi estivi, o in inverno, quando dolcemente si assopiva sopra il suo corpo, poteva toccargli il cuore con le mani e i respiri si univano in un solo ritmo.
Questo assoluto contatto era l'incanto del loro amore, in tutti gli altri aveva trovato solo un'intimità relativa e frettolosa che si consumava nella quotidianità della vita: impegni, lavoro,cose da fare o da comprare e altra gente da vedere.
Per loro no, il mondo non esisteva, erano il centro di tutto, a lui bastava stendersi sul suo seno e passavano lunghe ore a leccarsi, lei soprattutto lo leccava sul viso e sul collo, perché sapeva che i gatti non potevano farlo da soli.
Talvolta immaginava di avere un figlio da lui, un insieme unico di entrambi, armonioso e prezioso che avrebbe per sempre spezzato le catene che legano ogni essere alla propria specie, ricongiungendo lo strappo primordiale tra i due mondi.
Non avrebbe parlato, né miagolato, ma si sarebbe espresso con il canto, una melodia di pace che raccontava la storia dei suoi genitori, loro la udivano
nelle notti di inverno, quando lui affondava le unghie nella sua carne.
Poi la primavera tornò: stesi nel giardino, sentivano giungere nuove fragranze che scuotevano i sensi e lei percepì un' improvvisa lontananza.
Per molte sere rimase accovacciata nell'erba alta, a fissare il buio, in attesa del dolce contatto del pelo contro il viso, balzava ad ogni rumore, annusava l'aria per riconoscere il suo odore.
Quando comprese di essere rimasta sola, scavò la terra con le mani e piantò un piccolo seme, l'unica cosa che il suo amore gli aveva lasciato.

Era lui, era bello.
Era come se si conoscessero da sempre, lei lo aveva visto crescere, cambiare e maturare.
Aveva riempito l'immenso vuoto lasciato dalla storia precedente con un rapporto ancora più forte, ora non esistevano più attese, né ritorni, ma lui era sempre lì attaccato al suo corpo e alla sua terra.
Stavano insieme per ore a raccontare storie magiche e strane che inizialmente lei non riusciva perfettamente a comprendere, ma quando il vento soffiava più forte, tutto era più chiaro e lei le trascriveva, pensando che un giorno ne avrebbe fatto un libro. I loro abbracci erano lunghissimi: lei abbandonava il viso fra le sue braccia, stordita dal profumo dei suoi fiori e morsicava i frutti, piccole gemme verdi di un sapore sconosciuto ma allo stesso tempo simile a quello del suo sangue.
Pensavano che questo fosse l'amore: il fremere di rami a canti ignoti, radici intrecciate nell'eternità della terra, niente poteva consumarsi e morire.
Poi venne l'inverno, fu ancora il giro del tempo a sorprenderli: lei si sdraiò sotto di lui che cominciò lentamente a piangere lacrime gialle e secche.
Rimase solo un piccolo fusto nero, che dopo molto tempo tagliò, bagnandolo con la linfa dei suoi occhi.

Era lui, era bello.
L'aveva scorto un giorno per caso ai limiti del suo giardino, sembrava stare lì quasi a segnarne i confini.
Lei ormai non pensava più all'amore, passava il suo tempo a tagliare erba e mangiare ricordi, ma quello smeraldo che era apparso nel folto della siepe cominciò a ridarle fiducia. Una nuova forza emanava dal verde intenso della pietra che faceva vibrare tutta la natura del piccolo giardino, rendendolo sterminato, fuori dal tempo e dallo spazio.
Eva era lì, felice, con tutti gli amori della sua vita: il gatto nero che le correva incontro, l'albero che l'abbracciava e uno splendido smeraldo al collo.
Qualcosa, però, cominciò a farle male, sentì un forte dolore alla gola, il sangue sgorgò abbondante, prese la pietra e la scagliò lontano, oltre i limiti di quel sogno.

Era lei, era bella.
Soltanto quella donna poteva essere l'unico amore della sua vita, quella donna che possedeva la profondità degli abissi della sua anima e che la incantava con storie fantastiche da narrare sulla nudità di una pagina bianca.
Accarezzò il viso e guardò gli occhi verdi che si riflettevano sulla fredda superficie di uno specchio.


GLI AMORI DELLA SUA VITAultima modifica: 2006-07-26T17:20:48+02:00da sofia3000
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10 pensieri su “GLI AMORI DELLA SUA VITA

  1. Dolce Sofia, questo racconto è davvero stupendo. Ed è altrettanto stupendo averti potuta rileggere. Un salutone, George.

  2. Sofia carissima, i tuoi passaggi giungono sempre al momento opportuno, che non è un bel momento, e mi sollevano il morale. Dovrei venirci anch’io su questa linea di confine che rigenera, sollevarmi in un’altra galassia per un po’. Su queste strade i passi faticano sempre di più e i piedi cominciano a sanguinare.

  3. FELICE sia la tua giornata Sofia. sento odore di caffè
    guardo Il cielo, è chiuso in un dipinto, di colori del mondo tutti in una stanza,

  4. un racconto che si svela nell’asciuttez za della parole, nella loro serena successione, senza mai screpolature, senza ridondanze retoriche.
    L’autrice dovrebbe regalarcene altri 🙂

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