MEMORIE DI UN COMPAGNO DI VIAGGIO

UNICA
 

Folleggio di pensieri, sono fiume, e nel fiume mi specchio. Vividi, cadenzati, a tre bocche di colori fluenti, come l'acqua che scorre: mi pervadono come perle. Ricordi!

La città arrampicata sul monte S., gaudente tutt'attorno di campagna, puntellata di piazze e templi e cattedrali e chiese, percorsa di fiumane di gente (e stranieri e italiani), strette le vie di case abbarbicate l'una contro l'altra: il luogo composto e fiero, ho appreso di essere spirito, mentre nell'aggirarmi tra i dove, ho colto l'altura e l'eremo. Un silenzio mi ha pervaso tutto. Di quei ciottoli di strade, di quei negozi eleganti, ho un fiume di ricordi, immagini inestinguibili che mi scorrono dentro , ma è per un piccolo appartamento al centro della città, che la mia anima riconosce dentro di sé, stampigliato, il marchio più indelebile. Le mura di pietra romana, un tavolo in fondo, una graziosa cucina, un divanetto, un letto nell'altra stanza, un armadio, un comò e un grazioso bagno. 


Vi entrai la prima volta affacciandomi sulla luce pulita delle candele, il profumo dell'incenso arrivò fino a pervadermi completamente le narici, e la vidi che mi aspettava. Occhi trasparenti, il cui immenso calore pareva farsi sostanza, occhi profondi come l'umana guerra di millenni: mi accoglievano!. Infilerei una sonda dentro i tuoi occhi. Le farei percorrere il tragitto che porta al cervello per incalzarti neurone dopo neurone. Bramo le immagini più complesse, gli scarti di colore, non voglio scremature: voglio la totalità del latte e soffocarmi nella panna più densa! Soffiare sui neuroni che rimbalzano e indovinarne le traiettorie più

astruse. Passerei notti e giorni interi, per cogliere il seme della tolleranza che rifulge in essi. Io desidero di accedere al western che si svolge dentro la tua mente, desidero attraversare lento l'immensità delle praterie e i colpi di sole, essere lo straniero che si muove con gli stivali consumati, nel paese dove il vento è polveroso! Essere quello straniero che accede al paese più importante, sedermi su una sedia che sosta sulla veranda ed osservare lo scomparire e il divenire delle carrozze, ad apprendere il suono del vapore che sbuffa sulla locomotiva, lo svolazzare delle lunghe gonne delle donne.

I boccoli d'oro ti coprono dolcemente appena un sorso di viso: mi sorridi ti sorrido. Hai messo un Cd, uno di quelli che ti ho ho portato, c'è tutta la musica che preferisco. Sediamoci a tavola con le candele dolci, il buon vino novello già ci chiama, versiamolo sui bicchieri e brindiamo alla vita che verrà! Regale di salumi e di salse leccornie, di pani e crostini, di fettuccine e di arrosti, di cioccolati e dolci, la tavola, quale profondo auspicio e sentimento! Ti osservo mentre ti muovi tra i fornelli a fuoco vivo, vengo da te e ti bacio. Le tue labbra sono umide e sanno di aromi, scendo giù e ti palpo il culo, m'infili un cioccolato in bocca e ci imbalsamiamo le lingue di gusto. Ci strusciamo mentre la pasta bolle intensa, ci percorriamo con le mani, ti succhio tutto il collo, come una ventosa, me lo prendi nella mano, lo stringi: diventa grosso e turgido. Ti piace. Ti svolgo il vestitino, raccolgo i seni, li succhio uno ad uno, poi li prendo insieme e alternativamente lì bacio. Ti scrolli da me, scoli la pasta, la condisci. Giungi alla tavola, mi sfiori la mano, ti voglio bene ti dico. Ti voglio bene anch'io mi dici. Il vino mi bagna il palato, ti bagna la bocca carnosa, la irrora d'un rosso carne. Mangiamo e beviamo. Mi piace quando sorridi, le fossette che si incastrano sul tuo viso.


Sei bella facciamolo. Sei bella facciamolo. Stendiamoci sul letto.

E' musica. Le orecchie come le papille,
una nota come un gorgoglio.
Ondeggia e fa cerchi.
Girotondo.
Ti sento
Completamente, senza riserve
La pioggia ci bagna
Ci solleviamo a poco a poco
Ancora pioggia che cade sempre
Più intensa
Goccia a goccia Sei dentro di me
Ci stringiamo
Aggrappati sul filo del baratro
Non siamo che specchi
Riflessi
noi stessi
Io bacio me tu baci te
E ci stringiamo
Forte sempre di più
E sono dentro. Dentro completamente.
Esploro il tuo cuore i rintocchi della
Tua anima
Senti il frastuono
Come batte forte ora
E batte e batte. Stringimi e godi. Godo anch'io. Stringimi stella.
Quando arriverà l'alba, un bagliore di sole filtrerà dalla finestra.
Un nuovo giorno con te. Un prezioso diamante della mia anima.
Ti adoro.

MEMORIE DI UN COMPAGNO DI VIAGGIOultima modifica: 2006-06-10T14:12:10+02:00da sofia3000
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10 pensieri su “MEMORIE DI UN COMPAGNO DI VIAGGIO

  1. Descrizione superba, anche di più . Stile “fusion”, perfetto, straordinariame nte romantico e neorealistico. Sei la penna nelle mani del cuore da cui è sgorgata questa meravigliosa storia d’amore.
    Un abbraccio e a presto.
    Creative

  2. mah…l’impote nza…, fa scrivere anche in questo modo…..; del resto é normale….spec ialmente oggi…

  3. Anonimo :…….Anche l’invidia fa scrivere in tanti modi :)….Non starò qui a svelarti se è fantasia o realtà..rimani nel dubbio…Solo l’autore lo sa…e colei che lo ha ispirato….Abb raccio Sofia

  4. da parte mia noto che c’è un pò del tuo stile, ma non solo; quindi non saprei giudicare se scrivi tu o no; nei commenti dai risposte opposte. Comunque come dici all’anonimo, restiamo nel dubbio…
    Riguardo al mio post, se noti parto con una linea di confine, che era in un tuo post e proseguo…;… . riallacciandomi al tuo ‘Cosa vedono gli occhi di Sofia’, cosa vedrebbero dall’Arcanave? ….chissà…

  5. Sono rientrato ieri dalle ferie e oggi passo da te per lasciarti un saluto. Sei sempre bellissima 🙂 A rileggerci prestissimo. Saluti, George.

  6. senza parole dall’intensità di questo tuo scritto poetico.. l’altra sera ho pensato a te.. un concerto per chitarra solitaria tenuto dal compagno di fausta vetere (non ricordo il nome.. direttori della nuova compagnia di canto popolare..) un concerto sui ritmi cosmopoliti dall’andalusia ai caraibi.. dall’argentina a cuba.. stupendo.. privo di retorica ma semplice nella complessità espressiva..un abbraccio
    roberto

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