MARCIA DELLA PACE

11 settembre 1973 – colpo di stato in Cile – morti dimenticate?


Omaggio ad Aldo Capitini filosofo  della non violenza, ideatore della marcia della pace
Perugia – Assisi,  nonché poeta…

EPISODIO

EPISODIO

1

La mia nascita è quando dico un tu.
Mentre aspetto, l'animo già tende.
Andando verso un tu, ho pensato gli universi.
Non intuisco dintorno similitudini pari a quando penso alle persone.
La casa è un mezzo ad ospitare.
Amo gli oggetti perché posso offrirli.
Importa meno soffrire da questo infinito.
Rientro dalle solitudini serali ad incontrare occhi viventi.
Prima che tu sorridi, ti ho sorriso.
Sto qui a strappare al mondo le persone avversate.
Ardo perché non si credano solo nei limiti.
Dilagarono le inondazioni, ed io ho portato nel mio intimo i bimbi travolti.
Il giorno sto nelle adunanze, la notte rievoco i singoli.
Mentre il tempo taglia e squadra cose astratte, mi trovo in ardenti secreti di anime.
Torno sempre a credere nell'intimo.
Se mi considerano un intruso, la musica mi parla.
Quando apro in buona fede l'animo, il mio volto mi diviene accettabile.
Ringraziando di tutti, mi avvicino infinitamente.
Do familiarità alla vita, se teme di essere sgradita ospite.
Quando tutto sembra chiuso, dalla mia fedeltà le persone appaiono come figli.
A un attimo che mi umilio, succede l'eterno.
La mente, visti i limiti della vita, si stupisce della mia costanza da innamorato.
Soltanto io so che resto, prevedendo le sofferenze.
Ritorno dalle tombe nel novembre, consapevole.
Non posso essere che con un infinito compenso a tutti.
2

"Suonava la campana a morte nel pomeriggio di sole, o padre per te.
La luce vigorosa stava sui tetti, come da fanciullo ho visto il tuo sorriso di uomo forte.
Nell'aria tutto era oro azzurro e verde, e un lamento si è levato per te.
Tu sei morto, e dov'è la tua prestezza, il tuo comandare? stai allungato ed immobile.
Non mi darai piú la carezza sul capo? non ti porrai davanti a me mentre lavoro?
Oh il rimorso di non averti tanto parlato, per quanto ti amavo.
Com'ero contento di volgerti la mia mente ed apprezzarti!
Dicevo tra me: voglio essere per lui come Dio, che volge il profondo della comprensione.
Quale mistero c'è nel mio affetto per te, se ogni giorno è cresciuto?
Forse perché dopo averti visto forte ed eretto, ti ho visto mite ed umiliato?
Eri mortificato dalle tue dimenticanze, c'era chi sorrideva al tuo barbugliare.
Ma eri tuttavia paziente dentro le tue abitudini.
Quand'ero lontano da te, cercavo i mendicanti anziani che ti assomigliassero.
Li aiutavo, perché tremavano loro le mani e cadevano le cose.
Non contano le parole che ci siamo dette, i fatti avvenuti.
Una grandezza e un infinito è fra noi, ed io mi lascerei struggere.
Non è possibile fare altro verso di te? verrò alla tua tomba, terrò la tua immagine.
Mi tendo ad un fare che innalzi me, te e tutto.
Solo così posso rasserenarmi, ritrovare un volto dopo le lacrime.
Tu ed io operosi, bello come eri, e fuori di quella cassa dove ti hanno messo.
La liberazione dai limiti del passato.
C'è qualche cosa di piú della terra, e delle sue tre o quattro dimensioni.
Siamo al culmine, viviamo quest'ombra che si è diffusa.
Siamo di là dalla memoria e dal suo piangere.

3

 Sono le persone chiuse nei limiti? non mostrano che difese di vita?
L' amore è una cosa insieme e uguale alle altre?
Che cosa aspetto dalla vita, se da lei non viene il solenne?
Nato per ricevere lieto, ammirare tutto negli altri.
Per essere l'umile devoto, nel tempio di una società perfetta
Pedanterie e volgarità hanno occupato la vita.
Bellissimi volti dicono insulse parole.
Perché portare temi di musica alta, nel frastuono di vite scomposte?
Dove la bontà è fraintesa, ad approvare le paure e le anguste utilità.
Liberare, liberare, oh lo potessi per tutti.
Appassionato, parola da forte, per salvare dal dissolversi quotidiano.
Soltanto un proseguire perché si è nati?
E il dolore, la morte, gli squilli di tutto ciò che è bello, onesto, vero
Meglio l'orizzonte, e cercarlo piú ampio, impiccioliti lo spazio e il tempo.
Sole acque e piante, ed esseri tutti viventi, vi uso piú che come immagini.
Non voglio perdere ciò che è molto di piú del tempo.
Una sincerità, un inno uno slancio, un dare invece di chiedere.
Chiamo a popolare un mondo liberato, parlo instancabile
Troppo soffro, e l'infinito tesoro di un giorno, se ne va l'uno dopo l'altro.
Ho il diritto di sciogliere questa realtà di distanze e di ignoto.
E allora tutti gli esseri, non si chiuderanno piú nel quotididiano.
Liberi di vivere, angelici e sereni, come le musiche.
E la realtà imiterà ubbidiente: quando ? quando ?

4

 E tu madre vicina, ben sai che non basta una vita ordinata ed onesta.
Tu fosti fedele per decenni a portare un ordine nella casa.
Quando appena un grigio toccava la notte, sorgevi verso le cose aspettanti.
Nel silenzio di una mentale preghiera.
Forse non basta nemmeno il traboccante affetto, a cui davi la sobrietà di atti concreti.
La santa lana, il latte fumante, il letto composto inimitabile dalle tue mani.
Raccontavi rievocando la nascita ai tuoi figli.
E i compleanni si sono lentamente dissolti.
L'inizio è ora da mille punti, con gli antichi, con gli sconosciuti, con Cristo.
Un atto comprende tutti, apertura dopo gli eventi passati.
E c'è un severo dovere di lotta, qualche cosa nella vita può spezzarsi.
Ecco le guardie possono apparire, mi porteranno in una cella con finestra in alto.
Tu sei con me, da madre e inesaurita compagnia umana.
Aggiungendo il bene, riconoscevi tuttavia che il figlio è libertà.
Eri una vicinanza, che trovava sempre qualche cosa da fare.
Ti ho mirata intrepida alla durezza e alla noncuranza, movendo e operando.
Frenavi in te la rivolta, avevi pietà se incontravi lo scatto iroso.
Ora noi siamo insieme ad aprire dintorno.
Nell'affettuosa aggiunta al mondo che pur crocifigge, è il sommo.
Còlto il limite non gettar via, è il gesto dell'infinito miracolo.
E tu eri nel giusto atto: l'ordine viene da questa altezza.
Le cose della vita, dicono i profeti nostri fratelli, saranno date per sovrappiú.
  

5

 Da alta torre ho guardato ai quattro punti dell'orizzonte.
Andrò a raccogliere i morti sui campi di battaglia.
Distenderò le braccia e le gambe rattratte.
Chiuderò le palpebre fredde sui fissi occhi.
Non posso vedere uno sguardo se non odo la parola.
Invisibile la vita affida cómpiti tristi.
Riassumo i miei anni, non bastano i dolori sofferti.
Tra poco urti di uomini e spaventosi fragori.
E le persone sospinte inseguite strappate.
Dentro le mille pazzie della guerra anch'io mi troverò.
Aprirò parole pure, ordine di pensieri, atti fraterni.
Intanto prenderanno il condannato, gli diranno di scavare una fossa.
Poi egli guarderà intorno i colli immobili, il cielo.
Qualche rumore lontano di vita gli giungerà.
Non avrà piú il tempo di ripensare a tante giornate.
Alle voci di persone care, ai tu ricevuti.
Nemmeno di prevedere, di venire a un accordo con i fatti.
E resterà cosi, in una strana obbedienza.
E quando spareranno i fucili, in una vampa salirà un grido.
Il grido umano che è tardi, e si perde.
Liberare, liberare al piú presto.
Mi diranno: perché non vieni a combattere con noi ?
Non mi comprenderanno, eseguiranno la guerra.
Ho amato essere con altri, quanto la luce degli occhi.
Cosi bello è il lavoro unito, la fiducia, l'aiuto!
Mescolarsi agli altri modestamente vestito.
Nel cerchio di uguali ascoltare e parlare.
Ed ora nessuno vuol ascoltare, e pur sono tutte persone.
Son divenuto estraneo, gli altri non sentono che ci sono
Le risposte secche, e l'amico che guarda dall'altra parte
Sarebbe facile che mi unissi attivissimo a loro.
Obliando l'unità aperta, il di là dalla guerra?
Resto qui diviso da tutti, per la piú profonda unità.
Tutto finora era una prova, la realtà deve ancora incominciare.
Ogni essere era anche altro, e non lo sapeva.
Ma ora viene questo altro, e importa ciò che si apre.

Da Aldo Capitini, Colloquio corale, Pisa, Pacini Mariotti, 1956, pp. 11-

MARCIA DELLA PACEultima modifica: 2005-09-11T16:26:45+02:00da sofia3000
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11 pensieri su “MARCIA DELLA PACE

  1. 11 Settembre, per tutti coloro che sono morti quel mattino, ho postato una preghiera per il domani che verrà,
    una preghiera che vorrei leggere insieme a te. Un affettuoso e fraterno saluto da pulvigiu.

  2. carissima sofia so che a volte abbiamo come dire opinioni diverse anche se ambedue ispirati da sinistra.. hai fatto bene a ricordare allende e il problema cile.. qualche giorno fa ho (ri)visto una foto di allende insieme a pinochet qualche giorno prima del golpe.. l’uno con volto segnato da intelligenza ed apertura.. l’altro.. pinochet.. semplice criminale intriso di mediocrità .. un abbraccio mio cara..
    roberto

  3. “Mi accorsi che in un mondo difficile come può essere Napoli, pur nel disagio e in condizioni estreme, i bambini riuscivano a ricreare tutto rinnovando il senso delle cose. Sentivo una grande poesia nel loro modo di rivendicare il diritto al gioco, nella fantasia che mettevano nel far diventare un oggetto qualsiasi un cavallo su cui galoppare.” Il Museo del Blog apre giovedì 15 settembre alle 21 e 30. Entraci.

  4. Questo è un mio invito personale a leggere il mio post per un evento unico nella storia del blog.
    Ti aspetto con un mio sorriso sempre pronto per te. Un abbraccio da pulvigiu.

  5. Mia cara,
    impossibile non portarti con le mie mani(purtroppo virtuali)l’inv ito all’apertura del Museo del Blog. Domani(giovedì 15 settembre) alle 21 e 30 dalla Redazione del Museo(http://bl og.virgilio.it/p ostselezionati) la porta del Museo si aprirà introducendo tutti i bloggers in 12 splendide gallerie.
    A prestissimo quindi.
    artista1969

  6. la poesia è lunga e la devo ancora metabolizzare. E’ significativa; la realtà deve ancora incominciare… …..assolutamen te d’accordo…

  7. L’atmosfera è calda, febbricitante, scoppiettante.. .emozionante ,e il vostro amico Pulvigiu è quasi pronto per assistere, insieme a tutti coloro che interverrano, parteciperanno, con nostra somma gioia, all’evento che segna l’inizio di una nuova blog-era.

    STASERA, ORE 21.30
    DATA UFFICIALE DI APERTURA DE
    “IL MUSEO DEL BLOG”.

    Ti invito a leggere il mio post.
    Un caro saluto da pulvigiu.

  8. Ciao Sofia, un passaggio per augurarti buon fine settimana ed invitarti a leggere il mio post dedicato a te e tutti bloggers a me cari per dirvi grazie di esserci in questo mondo virtuale fatto di parole scritte che ci uniscono. Un affettuoso saluto caro da pulvigiu.

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