MORTI BIANCHE

Voglio dare voce.. alle vite spezzate.. cadute da un'impalcatura.. avvelenate dall'amianto…
Si muore d'ignoranza.. si muore di profitto.. si muore di povertà..
Non voglio ascoltare le  voci dei "grandi" già tanto ascoltate e poco comprese.. voglio ascoltare e comprendere il silenzio dei senza voce.. che muoio ad ore in ogni parte del mondo.. per un lavoro dissacrato…
Ipocriti che accettate le braccia di uomini respinti…buoni solo per lavorare…come asini ciechi alle antiche macine…che svaniscono quando si rompono, come giocattoli dimenticati…
Come possiamo considerarci civili…quando togliamo alla povertà l'unica cosa che la rende sopportabile: la dignità…perché non è la povertà il male…ma il suo sfruttamento…
Ecco, oggi accarezzo ogni ferita inferta a questi "piccoli sulla terra" e con loro cado dall'impalcatura della vita e con loro mi rialzo nella dignità di vivere che chiede giustizia…


Un abbraccio Sofia
MORTI BIANCHEultima modifica: 2005-04-10T17:39:11+02:00da sofia3000
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13 pensieri su “MORTI BIANCHE

  1. Sopra ogni cosa la logica del guadagno e dell’interesse . Il rispetto della dignità umana è un valore non applicabile nei confronti dei più deboli e sfortunati, considerati carne da macello, e di cui nessuno sentirà la mancanza.
    Mi associo e unisco alla tua, la mia voce, per chiedere giustizia per coloro che una voce non hanno.
    Un abbraccio.

  2. Voglio unire la mia voce alla tua e a quella di tanti altri, o pochi, che ancora conoscono e applicano e predicano il rispetto della dignità umana, sempre e comunque, il senso della giustizia, l’abominio dello sfruttamento.
    Ti abbraccio. Ilia

  3. Buongiorno e ben ritrovata. Sì, sono tornato e ho ancora voglia di ragionare sui problemi di tutto, lietissimo di vederti in forma. The Swordman

  4. Hai colto pieno il mio stato d’animo di stamattina,
    a proposito dell’uomo marocchino rapito e schiavizzato da due coniugi valdostani. Sofia, come si puo’ scusare certe cose? Come si fa a capire?
    La rabbia acceca, ma e’ anche il motore del mondo, in certi casi e’ inevitabile… o no? Baci grandi, isa.

  5. sempre belli i tuoi post. Confesso che era da molto che non passavo perchè è un periodo piuttosto “impegnato” ed il blog è un piccolo ritaglio…sei sempre dolce con le parole e con i gesti che descrivi…la povertà e lo sfruttamento urlano, chiedono di agire e di riflettere per far sì che il nostro animo si illumni d’Amore e per dare una mano a chi non ne ha. Un grosso abbraccio, Maga….

  6. E’ bello ritrovarti e riconoscere la tua voce, poetica sempre, ma attenta a leggere nei segni le crudeli debolezze dell’uomo. La miseria umana ha reso gli animi aridi e insensibili, feroci oltre l’indifferenza …giustizia!..o rmai anche lei al servizio dei più ricchi e potenti… Che altro rimane oltre la pietà se non l’attesa di un Giudice Supremo, invocato e implorato con tanti nomi diversi fin dai tempi di Caino e Abele?

  7. cara sofia
    alcuni anni fa durante una crociera da San Pietroburgo a Mosca, navigando su fiumi e laghi della Russia non ci vennero risparmiati i racconti su come vennero costruite le chiuse nei fiumi della Russia del Nord ai tempi di Stalin. Gli operai erano i deportati dei campi di concentramento. Uomini e donne che erano stati prelevati dalle loro case senza che nessuno dicesse loro il perché. Della maggior parte di essi non si è saputo piu nulla. Migliaia sono morti di stenti, di freddo o annegati durante la costruzione di queste chiuse che servivano a governare il corso dei fiumi e a renderli navigabili.
    Un sacrificio incredibilmente ingiusto che non poteva essere ignorato anche durante una piacevole e rilassante vacanza.
    ciao a presto
    polina

  8. Ciao “sensitiva” (non l’hai capita!!!)… grazie per il bel ricordo che conservi di me. Nemmeno io ho dimenticato quella mattinata insieme e mi piacerebbe rivederti… così ti prendo un po’ in giro! E’ bello il tuo sentimento e ti auguro di viverlo fino in fondo, con ogni creatura, in ogni momento della tua e sua esistenza. Credo (con moltissima certezza) che il segreto dei “santi” che hanno amato universalmente sia stato gustare i singoli momenti spesi ad amare individualmente , respirare della vita che si scambiava tra chi donava e chi riceveva, essere in comunione profonda ed eterna, sebbene fondata su un incontro sporadico ma non casuale, con l’anima di chi si amava. Ti confido che quando ripenso alle persone conosciute (anche di sfuggita), con le quali ho avuto la fortuna di scambiare uno sguardo, un gesto, una parola a caso, rivivo la stessa intensità di quelo momento… e questo lo rende eterno e presente… universale e particolare… e la vita è riempita di senso. Un bacio. fra Mirko

  9. dici bene; tanta sofferenza rimane sconosciuta ed è quella più terribile; tanta sofferenza che non si ha nemmeno la possibilità di esprimerla e poi a chi? tutto viene riciclato, gioe e dolori in un eterno divenire e ci siamo dentro; coloro che provocano altra sofferenza volontariamnete , penso che in qualche modo la sentono loro addosso, tanto forte che non riescono a sentire quella degli altri

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