LE STREGHE

Milano Segreta
Sibilla e Pierina, le streghe «buone»
Le due donne furono bruciate in piazza Sant’Eustorgio nel 1390, dopo che una aveva confessato rapporti carnali con Satana
Le streghe nascono in epoca antica, in un mondo pagano e animista, in cui il limite fra naturale e sovrannaturale era molto sottile. Erano le responsabili dei culti della natura e della fertilità e le loro conoscenze venivano dall’unione del mondo materiale e tangibile con quello numinoso (occulto e segreto). La caccia alle streghe altro non fu che lo scontro tra due culture: da un lato la Chiesa e lo Stato, il modo di pensare accettato e riconosciuto, dall’altro una cultura alternativa che viveva di pratiche tramandate da millenni, in cui l’elemento magico era la base di ogni conoscenza.
Siccome gli dei del paganesimo erano considerati alla stregua di demoni, le streghe, buone o cattive che fossero, erano da considerarsi alleate del Maligno. La Chiesa iniziò allora ad attribuire a queste donne diverse un forte senso catartico; bruciare una strega era un modo di trovare una colpa a tutto quello che non andava bene nel mondo, al male che continuava ad avanzare.

MEDIOEVO – Nel medioevo possiamo distinguere due tipi di streghe: le adoratrici e le amanti di Satana (dette streghe cattive o streghe nere) e le adoratrici di Diana-Erodiade (dette streghe buone, streghe bianche o fate). La società di Diana, chiamata spesso Oriente, non aveva connotazioni negative per il clero. Le adepte erano viste come donne normali, che praticavano riti leciti per propiziare la fertilità dei campi. In un testo del 1142, il Canon Episcopi di Graziano, in cui si analizza il culto di Diana, l’autore sostiene che i voli notturni e le riunioni di donne adoratrici del demonio non erano altro che fantasie e chi ci credeva, era stato indotto a farlo dal demonio. In genere le streghe erano donne del popolo: cartomanti, levatrici, guaritrici, donne con conoscenze di erboristeria e astrologia. Presto furono accusate di scatenare la grandine e provocare siccità, far morire animali domestici e bambini succhiandogli il sangue, uccidere o rendere sterili le persone, ma anche trasformarsi in animali (prevalentemente gatti, capre, pipistrelli e gufi) e ungersi il corpo per volare (solo dopo il ‘500 le streghe cominciarono a usare il bastone o la scopa per volare, prima lo facevano a cavallo di alcuni animali o senza ausili esterni).

RINASCIMENTO – La caccia alle streghe vera e propria ebbe inizio nel primo Quattrocento con i sermoni di Bernardino da Siena, che per primo le indicò come amanti del demonio. La svolta che portò all’inizio della ferocia nei processi e nelle condanne, avvenne alla fine del Quattrocento con la bolla papale Summis Desiderantes, promulgata da Innocenzo VIII, e, soprattutto, con il Malleus Maleficarum, un testo voluto dai domenicani e scritto da Sprenger e Institor in cui possiamo leggere a proposito delle streghe: «…scatenano grandinate, venti dannosi con fulmini, procurano sterilità negli uomini e negli animali, i bambini che non divorano li offrono ai diavoli…». La Chiesa si stava preparando a far diventare le streghe il capro espiatorio di ogni male del mondo.

UNA SFIDA AL POTERE – Ma come mai questi culti ebbero una tale diffusione? Vedendo le condizioni di vita di quel periodo non c’è da stupirsi che ci fosse, da parte del popolo, una ricerca di soddisfazioni immediate (di tipo sessuale e non) che presto diventarono anche una sfida dichiarata e spettacolare nei confronti dell’ordine costituito (rappresentato dalla Chiesa, dai nobili, dalla nuova borghesia, insomma da chiunque detenesse il potere). Il sabba rappresentava l’opportunità di entrare in una comunità più vasta e potente, capace di dare piacere e soddisfazione, mischiate ad un senso di antagonismo in un gruppo che mostrava invulnerabilità. Chi partecipava al sabba stava all’aperto, giocando, bevendo, e sperimentando i piaceri del sesso in un grande disegno di armonia con la natura. La Chiesa in cambio garantiva solo tasse, penitenze, preghiere, castighi e soprattutto la rinuncia completa al mondo materiale e sensibile (e quindi al piacere).

SESSUOFOBIA – Finalmente il popolo aveva tutto quello che gli era sempre stato precluso: cibo, erotismo, senso di ribellione, trasgressione e auto affermazione. Finalmente ci si sentiva vivi. Di contro la società del periodo era misogina, con una sessuofobia portata all’estremo. L’avvento del Cristianesimo aveva cancellato il pensiero dei Greci e dei Latini che vedevano il piacere (soprattutto quello sessuale) come una cosa positiva. Considerando che l’ideale di vita più importante era quello monastico, ovviamente il potere costituito si avventò contro questi riti. La vita sessuale doveva essere limitata al matrimonio e alla procreazione. Ogni tipo di piacere doveva essere escluso. Il corpo non era altro che un vile involucro che conduce la mente verso quello che presto sarà considerato il peccato per eccellenza: la sessualità. Di contro, gli uomini erano difficilmente perseguiti perché, secondo i teologi medievali, il termine «femmina» deriva da a fe et minus (sprovvista di fede – e quindi più facile a cadere in tentazione); la donna era considerata da sempre la tentatrice dell’uomo (basta vedere la figura di Eva nella Bibbia), colei che attraverso la lussuria e l’erotismo, precipita l’uomo tra le braccia di Satana. Cecco Angioleri scrisse in quel periodo: «La donna è radice, ramo e frutto di ogni male».

STREGHE A MILANO – A Milano negli ultimi decenni del Trecento furono processate due donne, accusate di far parte della società di Diana. Negli atti del processo possiamo leggere le confessioni in cui dichiararono di essersi recate spesso alle adunanze della Signora d’Oriente (Diana). Le imputate non usarono mai il termine sabba ma sempre la parola gioco. Questi giochi, sembra si svolgessero nella zona del Quadronno, dove esisteva una fitta foresta in cui pochi coraggiosi si avventuravano. Al gioco partecipavano molti animali, ma mai l’asino e la volpe; c’erano anche molti uomini, sia vivi che morti, ma mai i decapitati e gli impiccati. Durante il banchetto erano uccisi gli animali che poi la Signora faceva tornare in vita. Poi, tutti insieme, si volava a visitare le case dei ricchi dove la Signora si fermava a mangiare. Al termine la Signora insegnava alle donne le capacità medicamentose delle erbe, come ritrovare gli oggetti rubati e come sciogliere malefici. In un primo tempo le confessioni di Sibilla Zanni e Pierina Bugatis furono considerate solo frutto di immaginazione e le due donne condannate al pubblico pentimento.
Sibilla e Pierina indossarono un abito con cucite due grosse croci gialle e con quello si fermarono davanti alla chiesa di San Francesco, poi di San Marco e infine di Sant’Eustorgio. Per completare la loro espiazione dovettero versare dieci fiorini di ammenda al tribunale.

AL ROGO – Nonostante le promesse di non tornare a credere a Demoni e fate, a sei anni di distanza, le due si ritrovarono nuovamente davanti all’Inquisizione, poiché erano state viste ancora giocare con la Dama. La confessione fu chiara e simile a quella della volta precedente, solamente che questa volta Pierina aggiunse particolari sconcertanti; disse che aveva conosciuto Satana e che si era congiunta a lui carnalmente. I tempi erano cambiati; l’Inquisizione teneva in maggior conto i reati di stregoneria e, tutto quello che fino a qualche anno prima poteva essere considerato solo una fantasia, oggi era reale e pericoloso. Per Pierina non ci fu scampo: il rogo. Sibilla, anche se estranea ai fatti descritti dall’amica, venne condannata alla stessa pena, in quanto ricaduta in eresia. Le due donne furono bruciate, come streghe, in piazza Sant’Eustorgio, in un caldo giorno estivo del 1390.

LE STREGHEultima modifica: 2003-11-01T05:52:51+01:00da sofia3000
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3 pensieri su “LE STREGHE

  1. E’ una vera fortuna, per certe donne, essere nate nel XX secolo. Certi pericoli non li corrono ma sono certa che ne corrono altri e più insidiosi perchè non hanno più armi per difendersi.

  2. Grazie per il tuo post prezioso, amica mia…penso alla mia Milano, ci ho vissuto a lungo, e penso a Sibilla e Pierina…penso a questo mondo globalizzato, dove sappiamo tante cose, che loro non potevano sapere…il seme della violenza e dell’errore è come una lunga ombra che arriva fino a noi…un abbraccio, vito.

  3. Sono trascorsi più di 600 anni ma certi fatti mettono ancora i brividi. E Milano ne ha tanti da raccontare. Ieri centinaia di miagliaia di persone si sono riversate nella città per la seconda edizione delle notti bianche; una fiumana di gente come nelle migliori località turistiche… musica, danze, negozi aperti e tuna bellissima serata estiva. Anche Sant’Eustorgio era un mare di folla. Chissà se qualcuno si ricordava di quei lontani accadimenti? Bella la tua ricostruzione, mi sembra che tu abbia un’attenzione particolare per la conservazione della nostra memoria storica… Ciao. Andrea

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