A MIA MADRE

Per te Francy, per il post su “Che schifo” su tua madre..e per tutti i compagni di viaggio.

Mia madre era una donna forte, semplice, poco espansiva, silenziosa e permissiva: un vero sagittario.
“Sofia dove vai?” mi chiedeva e io “Esco”. Non aggiungeva altro, non aggiungevo altro.
Una donna sposata tardi, con un uomo più grande di venti anni, morto presto, giusto il tempo di quattro femmine ed andarsene. Nacqui, quarta femmina, quando lei aveva 43 anni..mio padre morì qualche anno dopo. “Zitti papà dorme” dicevo a tutta quella gente intorno al suo letto..
I primi anni di scuola passavo a prendere la mia compagna e amica, un capricorno, la madre la baciava salutandola..e mi si stringeva il cuore, perché quel bacio io non lo conoscevo..Mia madre non mi baciava mai, non ricordavo nella mia infanzia quel gesto. La mia amica, forse, non ne aveva bisogno, lei era forte, decisa, dura, poco incline alle smancerie..ma il bacio era suo.
Eppure mia madre era lì, presente, nel suo silenzio..
Ricordo alcuni suoi detti di saggezza popolare…riferita ai figli: “Io ti ho fatto e io ti rimangio” “Uno è poco e due sono troppi”…”I figli chi li ha fatti li cresca”…oppure riferito al suo modo di essere: “Io ne ho pochi spicci e pochi da spiacciare” con l’allegoria ai soldi..”Sei peggio di un …….” mi diceva citando il vecchio signorotto medievale del nostro castello che a quanto pare doveva essere stato terribile..Si parlava di trabocchetti mostruosi con morti spaventose…Questo era tutto.
Non ricordo grandi rimproveri, divieti, giudizi..a quelli ci pensava una delle mie sorelle..che puntualmente mandavo a quel paese..lei madre e padre davvero, lei si prese il giusto odio che un figlio adolescente porta ai genitori se vuole crescere…mia madre si risparmiò l’odio, forse ebbe l’indifferenza.
La mia amica aveva una madre l’opposto della mia, la perseguitava e lei la detestava..Ricordo una scena divertente che succedeva spesso. La madre la veniva a cercare e da lontano cominciava a chiamarla e rimproverarla, nasceva un battibecco e puntualmente le veniva lanciata dalla madre una ciabatta che a qualsiasi distanza la colpiva. E tutto questo in pubblica piazza. Questo era il prezzo dei baci..
Non ricordo mai un gesto violento da parte di mia madre, neanche una parola. Eppure l’ho fatta soffrire, l’ho delusa sicuramente. Ma mai me lo ha fatto pesare.. mi diceva solo: ” Come stai Sofia?” Ed era come chiedermi: “Sei felice? “Questo era tutto.
Eppure mi amava…alla sua maniera, come poteva, come quando disse al mio insegnante di italiano, che per castigarmi mi tirava le orecchie: ”No professore, qualsiasi cosa, ma le orecchie a mia figlia no…” Ora so che che nei suoi ancestrali ricordi c’era l’antica consapevolezza che le orecchie sono il nostro corpo rovescito e le sono grata.
Ci sono gesti che l’hanno resa grande ai miei occhi e indimenticabile, come quello di tenermi i piedi gelati, li avevo sempre così, nelle notti d’inverno, quando dormivo nel suo letto, tra le sue gambe..”Mettili qui” diceva” te li scaldo” ed erano tutti lì i baci che non sapeva dare.
Non disse nulla neanche quando a soli otto anni decisi di andare in collegio e starci tre anni..la vidi poche volte, adesso so che non poteva, se non per le vacanze.
Cominciai a baciarla ed abbracciarla io crescendo e a parlare alla sua anima…Lei mi ascoltava e mi lasciava fare, come una roccia baciata dal mare. Io sapevo farlo, io potevo… avevo tanta dolcezza da sciogliere la roccia più dura..”Raccontami mamma, raccontami di te”…e lei iniziava la sua storia, ogni volta..con tutti i suoi dolori e le poche gioie. La vità è stata difficile con lei ma non si lamentava mai.
Ed era come prendere ancora il suo latte caldo, che mi aveva dato fino all’età di tre anni, fino a quando mise il pepe sui suoi capezzoli per farmi smettere..
C’era un amore mai dimenticato nel suo cuore, un amore mai consumato che portò fino alla tomba, c’era un figlio maschio nato morto, mai detto a mio padre per non farlo soffrire, c’era una donna sposata perché bisognava farlo prima o poi…ai suoi tempi…ma c’era uno spirito libero indomato, lei si era sempre appartenuta, non si era mai persa di vista..
Chiedi e ti sarà dato…e quando chiesi lei dette…diventammo complici..questo non successe alle mie sorelle..loro la ricordano fredda e indifferente..Eppure ognuna di noi l’amò…Io più di tutte perché l’avevo voluta conoscere fino in fondo..
Lei restò sola, nella sua casa, ognuna di noi aveva preso la sua strada…tutte molto presto a dire il vero…Non amava stare nelle nostre case a lungo, amava la sua solitudine e il suo modo di vivere. Sola se n’è andata, in silenzio come aveva vissuto, una notte di dieci anni fa..il cuore ha ceduto.
Sono morta un pò con lei, quel giorno..nessuno più da chiamare madre…fu il dolore più grande..
Non ho mai accettato quella morte fino a qualche mese fa..quando finalmente sono riuscita a portare i garofani rossi che amava sulla sua tomba…garofani rossi che teneva in una pianta davanti ad una finestra, in ricordo di mio padre, socialista, un socialista di altri tempi, di quelli puri …
Dopo lunghi dieci anni in cui in quel cimitero non ero più entrata, lei era lì nella sua foto sorridente insieme a mio padre…Ho sistemato i fiori e uscendo ho portato mia madre e mio padre con me…per sempre..in pace.
Adesso so che l’amore per la libertà e la tolleranza lo devo a lei a questa donna silenziosa e senza baci che mi ha permesso di crescere oltre il bene e il male.

Qui sotto la poesia che scrissi a suo tempo qualche anno dopo averla perduta…e ancora più sotto la risposta di una madre ad una figlia… Vi abbraccio tutti, i figli e i genitori non ci appartengono bisogna non smettere mai di cercarli…Sofia

GAROFANI ROSSI


Non riesco a portarti i garofani rossi
che amavi madre!

Rinvio il gesto nel tempo
illusa che tu possa tornare

e allora tra i tuoi capelli li poserei
ridendo con te della morte.

A MIA FIGLIA

Ti ho atteso come un marinaio la terra,
oltre ogni dolore mi hai portato.

Sento la tua mano che lascia la mia,
dentro si taglia il cordone.

Posso leggere fino all’ultimo grido
solo in un tuo silenzio mai perso.

Aspetto che tu possa cogliere la mia gioia
nel vederti un giorno andar via,
per tornare più tardi a capire,
che hai preso tutto quello che c’era.

A MIA MADREultima modifica: 2003-08-03T13:56:00+02:00da sofia3000
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8 pensieri su “A MIA MADRE

  1. QUESTE SONO TRA LE COSE PIU’ “BELLE”, E INTENDO BELLE IN TUTTI I SENSI, CHE MAI MI SIA CAPITATO DI LEGGERE. GRAZIE SOFIA. ROBERTO.

  2. ODDIO POVERINA! AVRAI SPESO UN CAPITALE DI TELEFONO. SE LO SAPEVO MI TENEVO PIU’ SULLO STRETTO. QUANTO A GHEZZI……FOR SE NON FAREBBE NEMMENO UN SORRISETTO DI COMPASSIONE. CHISSA’. PERBACCO, IO VOLEVO ASCOLTARE L’AUDIOPOST, MA NON FUNZIONA L’IMPIANTO DI RIPRODUZIONE! TE LO RIPETO SOFIA: E’ STUPENDO QUELLO CHE HAI SCRITTO. SEI DAVVERO UNA GRANDE ARTISTA. TI ABBRACCIO. ADESSO VADO A DEDICARMI UN POCHINO AI MIEI. IN SERATA RIPASSO. CIAO, ROBERTO.

  3. cielo, sei favolosa. cmq, sette anni?? O_o… qualche tempo fa ho postato dicendo che il sette è un numero che mi perseguita, in un modo o nell’altro… ^_^

  4. Ti dico ancora buongiorno, non so, ti ho scitto un commento , indietro, ma non lo vedo..c’è forse un sistema, mi pare di aver capito da solocielo, per cui i commenti restano sommersi? non so ..eventualmente lo puoi leggere sul mio blog…forse non ne vale la pene, ma è il prezzo dellablogvita, tuttto insieme il buono e il meno buono, ma TI GIURO sono proprio sincera. Ti abbraccio ti abbraccio ti abbraccio non so come esprimerti altrimenti i sentimanti che fai scaturire dal mio vanessa più profondo.

  5. Mia madre lavorava in una comnuità di recupero per drogati….e io avevo tutti amici un po’ strani…pensa che non mi sono mai fumato nemmeno uno spinello ( manuel)
    la mia invece è sul modello perseguitante.. .però da quando sono andata a vivere da sola in un altra città, ha preso a lasciarmi un po’ più in pace..( comunque non apprezza la mia carriera artistica..Vero nika!!

  6. io che sono una madre sagittario se riesco a suscitare anche solo una briciola dell’amore che tua madre ha acceso in te, posso dire che nella vita qualcosa ho costruito. non avere paura di parlare ai figli, non avere paura di parlare ai genitori. le parole sono ponti sospesi sulla distanza scelta da noi stessi.

  7. Non ho parole, e’ un regalo bellissimo.
    E’ anche una storia bellissima. E ti capisco tanto quando parli dei baci non dati e dei rimproveri non ricevuti, questo contatto che apparentemente e’ mancato. Ed invece ce lo siamo vissute piu forte degli altri,perche e’ nata in noi l’attenzione ad ogni piu piccolo gesto.
    Credo che tu abbia scelto la via della resurrezione e dell’amore quando tu forte e dolce ti sei avvicinata a lei con tutta la gestualita’ ch lei non era riuscita ad adoperare, credo sia stato il piu grande regalo che le abbia potuto fare, la compresione ed il perdono e il riscatto.

    Sofia un abbraccio grande, Isa.

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