Assenza…essenza…

E arriva il tempo di andare…bisogna che accada…Potrebbe essere ovunque…

Ti serve un  palcoscenico per  recitare  la vita…

Un luogo dove non ci sarà nessuno ad attenderti, eppure sarà colmo della sua  essenza…

Lo respiri in  ogni via..in ogni angolo  del  quartiere…tra  quei  profumi di siepi  primaverili..tra le  ambasciate silenziose…scandite  da  guardiani dai sorrisi discreti al tuo passare…

Svegli  la vita che  si è addormentata…e arde  al tuo incedere  lento da onda perenne…

E’ così che  lo ami diventando ogni pietra ed ogni selciato…e quei  gabbiani che si contendono  i tetti con  cornacchie nere…come se il mare  fosse davanti,  gettato su templi di ultimi imperatori di una città eterna…

Hai bisogno di silenzio per raggiungerlo totalmente, in una  simbiosi tra terra  e cielo…e di quel  luogo  fai  altare di una primordiale preghiera.

Lo ascolti respirare…nella  totale  assenza…ti cammina  accanto…

E’ lui che ti accarezza  con mani sapienti di donna…distesa in terra  tra  bianche  lenzuola…

E’ per lui ogni tuo  gesto, ogni tua  parola…

Non c’è posto che per lui in questo teatro divino, allestito con sipari di tramonti…con spettatrice la vita, con  cui ami giocare…a scacchi…

E’ un bosco sacro delle terre  del Nord…dove vergine t’immoli alla  dea  madre…e in quella  stanza  di specchi su un letto troppo grande…lui ti osserva danzare  con  occhi antichi…e ti raggiunge…

E tu che non sai neanche il suo nome e di che colore  sono veramente  i suoi  occhi, tu scrivi con graffiti di sangue, su  mura  incantate,  il suo nome eterno: “Amore”.

Assenza…essenza…ultima modifica: 2010-06-05T13:02:00+02:00da sofia3000
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “Assenza…essenza…

  1. Cara amica ti leggo ancora come la prima volta, con la stessa emozione che sai offrire a chi si ferma in questo luogo prima di riprendere il cammino.
    Grazie per tutto ciò che hai saputo donare.
    Con tanta stima.
    haffner

  2. bisogna sempre andare….perennemente, senza sapere esattamente dove e senza palcoscenici se non i tramonti e le albe… e i propri dolori…; unici appigli gli attimi stessi che scorrono impassibili; i ricordi antichi importanti forse,… si amalgano con i presentimenti, di speranza e sfiducia mentre osservi le rondini…,le rondini??!!! chi sono…?, che sfrecciano in voli di superbe acrobazie nel cielo radenti i tetti, nel sole pomeridiano, affacciato ad una terrazza dove contempli monti e mari. Il calore del sole lontano, sempre uguale a dispetto della vita che si fa tecnologicamnete artificiale ed i pensieri anche, ti ricorda… che sei sempre quì e sempre lo sei stato ed in qualche modo sempre lo sarai. Possibile, se devi andare? Verso dove devi allora andare? Ma nulla ti risponde e ti perdi sulle ali delle rondini, incredibilmente agili, oltre ogni astronave. Quanto è grande la Natura, nel suo squallore pernne, abbandonata a se stessa come una donna sola ; forse non la raggiungerari mai, forse perchè e tutta dentro di te e non c’è bisogno di farlo. La profondità è ovunque la stessa , è lo stesso mare dove alla fine affogare per perdersi finalmente a se stessi. E ci sono le responsabilità, come alberi piantati nelle distese del tempo, che immobile scorre ; non puoi perderti, devi costruire competenza per reggere il mondo con le tue stesse spalle, come un dio che deve sconfiggere il male, senza sosta; e devi andare, li dove la mente funziona , dove tracci nuove strade per quelli che verranno, per creare speranze al dio deluso ; missione ciclopica, dove ti guida una fatina oltre l’universo che penetra con il suo incanto umile, disrmante, immensamnete piccola, immobile fuori del tempo e spazio. Devi andare, come le rondini che partono e ritornano ed il dolore è sempre a guardare, come reagisci.

I commenti sono chiusi.