OPPRESSI DI TUTTO IL MONDO…

16 Febbraio 2002
ZNet
EZLN and FZLN
No alla guerra
Una lettera all'Italia ribelle

Subcomandante Marcos



Fratelli e Sorelle dell'Italia Ribelle:
Un saluto dagli uomini, le donne, i bambini e gli anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. La nostra parola si è fatta nuvola per attraversare l'oceano e raggiungere i mondi che stanno nei vostri cuori.
Sappiamo che oggi in tutto il mondo si stanno tenendo delle manifestazioni per dire "No" alla guerra di Bush contro il popolo irakeno.
Bisogna utilizzare questi termini, perché non si tratta di una guerra fatta dal popolo nordamericano, né si tratta di una guerra contro Saddam Hussein.
È una guerra di soldi. Rappresentata dal Señor Bush (forse per enfatizzare la sua assoluta mancanza di intelligenza). Ed è contro l'umanità, il cui destino è ora messo in gioco sul suolo irakeno.
È la guerra della paura.
Il suo obiettivo non è di sconfiggere Hussein in Iraq. Il suo fine non è eliminare Al Qaeda. Nè si cerca di liberare il popolo irakeno. Non sono la giustizia, la democrazia, la libertà a guidare questo terrore. È la paura.
La paura che l'intero mondo rifiuti di accettare un gendarme che gli dica cosa fare, come farlo e quando farlo. È la paura.
La paura che il mondo rifiuti di essere trattato come un bottino.
La paura di quell'elemento della natura umana chiamato ribellione.
La paura che i milioni di esseri umani che oggi si mobilitano in tutto il mondo ce la facciano ad imporre le ragioni della pace.
Perché le vittime delle bombe che saranno lanciate sul territorio irakeno non saranno soltanto i civili irakeni, bambini, donne, uomini ed anziani, le cui morti saranno considerate alla stregua di un incidente nel percorso furioso ed arbitrario di chi, dal canto suo, arruola Dio come alibi per distruzione e morte. La persona che dirige questa stupidità (sostenuto da Berlusconi in Italia, Blair in Inghilterra e Aznar in Spagna), il Señor Bush, ha usato i soldi per comprare il potere che sta cercando di scaricare sul popolo irakeno.
Perché non bisogna dimenticare che il Señor Bush è il capo di un'autoproclamatasi polizia mondiale, grazie ad un imbroglio talmente enorme da poter essere coperto solo con l'ombra delle torri gemelle di New York, e col sangue delle vittime degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001.
Al governo americano non importa di Hussein né del popolo irakeno. Ciò che importa é dimostrare di poter commettere i propri crimini in ogni parte del mondo, in ogni istante, e poterlo fare godendo di un'impunità assoluta.
Le bombe che stanno per cadere in Iraq proveranno a cadere in tutte le nazioni della terra. Cadrebbero anche nei nostri cuori, universalizzando la paura che portano dentro.
Questa guerra è contro l'intera umanità, contro tutti gli uomini e le donne onesti.
Questa guerra prova a farci conoscere la paura, a farci credere che colui cha ha soldi e forza militare ha anche ragione.
Questa guerra spera in una nostra alzata di spalle, che faremo del cinismo una nuova religione, che resteremo in silenzio, che ci conformeremo, che ci rassegneremo, che ci arrenderemo … che dimenticheremo …
Che dimenticheremo Carlo Giuliani, il ribelle di Genova.
Per gli zapatisti, noi siamo gli uomini che sognano i nostri morti. E oggi i nostri morti stanno sognando un "No" di ribellione.
Per noi non c'è che una parola degna e una azione consapevole davanti a questa Guerra. La parola è "No" e l'azione è ribellarsi.
Ecco perché dobbiamo dire "No" alla Guerra.
Un "No" senza condizioni e scuse.
Un "No" senza mezze misure.
Un "No" privo di ombre.
Un "No" che abbia tutti i colori del mondo.
Un "No" che sia chiaro, categorico, forte, definitivo, universale.
In questa guerra è in gioco il rapporto tra il forte e il debole. Il forte è forte perché ci rende deboli. Vive del nostro lavoro, del nostro sangue. Questa è la ragione per la quale lui cresce robusto mentre noi periamo.
I forti invocano Dio al loro fianco in questa guerra, di modo che noi possiamo accettare il loro potere e la nostra debolezza come qualcosa che sia stato stabilito dalla volontà divina.
Ma non c'è altro dio dietro questa Guerra se non il dio denaro, nessuna ragione se non il desiderio di morte e distruzione.
L'unica forza dei deboli è la loro dignità. Che è ciò che li ispira nella loro lotta di resistenza al potente, ciò che li fa ribellare.
Oggi esiste un "No" che indebolirà il potente e rinforzerà il debole: il "No" alla Guerra.
Qualcuno può domandarsi se la parola che ha aggregato tante persone in tutto il mondo sarà capace di scongiurare la guerra o, una volta cominciata, di fermarla.
Ma la domanda non è se possiamo cambiare la marcia assassina del potente. No. La domanda che dobbiamo porci è: possiamo vivere con la vergogna di non aver fatto tutto quanto in nostro potere per scongiurare e fermare questa guerra?
Nessun uomo (o donna) onesto può restare in silenzio e indifferente in questo momento.
Tutti noi, ognuno con la propria voce, al proprio modo, nella propria lingua, con la propria azione, deve dire "No".
E, se il forte vuole universalizzare la paura tramite morte e distruzione, noi dobbiamo universalizzare il "No".
Perché il "No" a questa Guerra è anche il "No" alla paura, il "No" alla rassegnazione, il "No" alla resa, il "No" all'oblio, il "No" alla rinuncia alla nostra essenza umana.
È un "No" per l'umanità e contro il neoliberismo.
Speriamo che questo "No" travalichi i confini, che si intrufolerà tra le dogane, che supererà differenze linguistiche e culturali, e che unirà la parte onesta e nobile dell'umanità, che è anche, e non dobbiamo dimenticarlo, la maggioranza.
Perché ci sono privazioni che uniscono e danno dignità.
Perché ci sono negazioni che permettono che la parte migliore di uomini e donne si affermi, cioè, la dignità.
Oggi i cieli del mondo sono annuvolati da aerei da guerra, missili – che si definiscono "intelligenti" in modo da mascherare la stupidità di chi ne è responsabile e di chi, come Berlusconi, Blair e Aznar, li giustifica – e satelliti che segnalano dove c'è vita e dove ci sarà morte.
E la terra è solcata da macchine da guerra che dipingeranno il mondo con i colori del sangue e della vergogna.
La tempesta sta per arrivare.
Ma l'alba arriverà solo se le parole diventate nuvole per attraversare i confini diventeranno un "No" di pietra, e apriranno un varco tra le tenebre, un crepa attraverso la quale possa insinuarsi il domani.
Fratelli e sorelle dell'Italia ribelle e piena di dignità:
Per favore, accettate questo "No" che noi, gli zapatisti, i più piccoli, vi stiamo inviando.
Consentite al nostro "No" di unirsi al vostro e agli altri "No" che stanno fiorendo oggi su tutta la terra.
Viva la ribellione che dice "No"!
Morte alla morte!
Dalle montagne del Sud-Est Messicano.
Dal Comando Generale della Commissione Clandestina degli Indigeni Rivoluzionari dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, Febbraio 2003.
OPPRESSI DI TUTTO IL MONDO…ultima modifica: 2005-01-23T15:28:22+01:00da sofia3000
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2 pensieri su “OPPRESSI DI TUTTO IL MONDO…

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