E arriva il tempo di andare…bisogna che accada…Potrebbe essere ovunque…
Ti serve un palcoscenico per recitare la vita…
Un luogo dove non ci sarà nessuno ad attenderti, eppure sarà colmo della sua essenza…
Lo respiri in ogni via..in ogni angolo del quartiere…tra quei profumi di siepi primaverili..tra le ambasciate silenziose…scandite da guardiani dai sorrisi discreti al tuo passare…
Svegli la vita che si è addormentata…e arde al tuo incedere lento da onda perenne…
E’ così che lo ami diventando ogni pietra ed ogni selciato…e quei gabbiani che si contendono i tetti con cornacchie nere…come se il mare fosse davanti, gettato su templi di ultimi imperatori di una città eterna…
Hai bisogno di silenzio per raggiungerlo totalmente, in una simbiosi tra terra e cielo…e di quel luogo fai altare di una primordiale preghiera.
Lo ascolti respirare…nella totale assenza…ti cammina accanto…
E’ lui che ti accarezza con mani sapienti di donna…distesa in terra tra bianche lenzuola…
E’ per lui ogni tuo gesto, ogni tua parola…
Non c’è posto che per lui in questo teatro divino, allestito con sipari di tramonti…con spettatrice la vita, con cui ami giocare…a scacchi…
E’ un bosco sacro delle terre del Nord…dove vergine t’immoli alla dea madre…e in quella stanza di specchi su un letto troppo grande…lui ti osserva danzare con occhi antichi…e ti raggiunge…
E tu che non sai neanche il suo nome e di che colore sono veramente i suoi occhi, tu scrivi con graffiti di sangue, su mura incantate, il suo nome eterno: “Amore”.