MORTE A……


Selene aveva chiesto che le accendessero il sole e così era stato.

La città sull’acqua l’accolse  illuminata a vita..

Ti sposo, ti sposo, ti sposo mormorava al mare pensando al re dell’oltre che era al suo fianco da sempre…

Selene camminava sulla striscia bianca che attraversava la piazza fino alle due colonne di Marco e Teodoro…

Chissà, si domandava, quanti sapevano che  la parola dispregiativa “finocchio” derivava dal seme che veniva sparso per attenuare l’odore di carne arrostita dei sodomiti impiccati tra quelle due colonne e poi bruciati?

E allora lei camminava su una di quelle strisce bianche, perché in quella città, così si riconoscevano un tempo i diversi…e chi più diverso di uno spirito libero?

Sentiva che quel figlio sacro che portava in grembo generato dal cielo e dalla terra… glielo avrebbero strappato ancora e bruciato con il padre la tra quelle due colonne…ma lei lo avrebbe portato lontano sulla linea di confine…là dove tutto è possibile e lo avrebbe nutrito con il latte della libertà assoluta…

Selene cercava la spiaggia di quella “Morte a…”

“Portami lì” chiedeva allo scrittore che nel suo libro aveva annunciato: “poeti sono coloro che vivono oltre le convenzioni” “Portami sulla spiaggia…dove lui è morto guardando l’innocenza di un amore impossibile su questa terra…Oh! Poter morire come lui, totalmente perso in un amore che chiede solo di essere accolto e riconosciuto anche con un solo gesto della mano per un saluto e senza chiedere altro!!”

Selene l’aveva trovata quella spiaggia…si era seduta e aveva atteso che la bellezza passasse…raccogliendo conchiglie portate dal mare d’inverno.

Ti sposo, ti sposo, ti sposo e il mare rispondeva ti sposo, ti sposo, ti sposo…

Il violoncellista suonava cancellando tutti i violini e perfino il pianoforte…mai Selene avrebbe creduto potesse succedere e invece era lì incantata dalla “follia” di quella musica.

Il  musicista esegue, il genio è musica egli stesso…e ogni strumento diventa vita nelle sue mani…

Selene aveva buttato tutte le cartine…non le servivano più…Aspettava che la città le entrasse dentro e si facesse comprendere…da uno sguardo…una parola…si perdeva per ore ritrovando tutto quello che già conosceva..

Un libertino troppo alto per una cella troppo bassa…pensava Selene…e poi un sospiro…e oltre il ponte la speranza svaniva…No, la sua no, la sua di speranza non svaniva mai…neanche oltre il ponte…lei avrebbe sempre trovato una via di fuga…se lo lasciava sempre…un varco da dove sparire…una porta di comunicazione con la linea di confine…come ogni iniziato ai misteri…lei la conosceva…

“Il Cielo è il Padre mio, egli mi ha generato, ed ho per famiglia tutte queste cose celesti che mi circondano. La grande Terra è mia Madre, la parte più alta della sua superficie è la sua matrice; ivi il padre feconda il seno di colei che è sua sposa e sua figlia” cantava Selene come un il poeta vedico di 5000 anni or sono…cantava anche se sapeva che ancora una volta non sarebbe stata compresa…ma lei in quella città si era sposata con il cielo…e aveva generato un figlio celeste…da amare per sempre..


 


MORTE A……ultima modifica: 2006-03-22T21:01:00+01:00da sofia3000
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5 pensieri su “MORTE A……

  1. Cara Sofia che mischi sempre morte e vita, amore e dolore, ma VIVI tuttavia con l’intensità che sempre ti ha sospinto e con quell’ansia di libertà, di dire, fare, credere, che ti rende unica, perché ho sentito nelle parole del tuo commento un leggero soffio di angoscia? Spero che la vita che hai scelto, questo strano paradiso di cui parli siano veramente il luogo dove avresti voluto essere e non altrove.Stammi bene, Sofia e non startene sempre così lontana.

  2. ciao, mi piacerebbe invitarti sul nuovo forum di visiblmedia. Abbiamo inserito una sezione chiamata “mi BLOGghi? ma quanto mi BLOGghi…” dove puoi segnalare il tuo blog e parlarne (dopo una semplice registrazione).
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    Dani
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